La partita IVA è qualcosa che spaventa moltissime persone. Sicuramente assieme al grande valore dell’indipendenza porta con sé delle sfide.
Esistono tante forme fiscali. L’obiettivo è capire quella che ti calza a pennello in base ai tuoi obiettivi futuri e la tua situazione attuale.
Molti freelance e piccoli business iniziano con la Partita IVA a regime forfettario. Cosa vuol dire? Ora lo vediamo nel dettaglio e ne evidenziamo pregi e difetti.
I REQUISITI PER LA PARTITA IVA A REGIME FORFETTARIO.
Per poter utilizzare il regime forfettario il tuo business deve avere ricavi o compensi annuali non superiori ai € 65.000,00. Questo limite si calcola con il criterio di cassa, quindi in base a quanto effettivamente incassato nel periodo d'imposta preso in considerazione.
Un altro elemento da tenere in considerazione sono le spese per lavoro accessorio dipendente, comprese le prestazioni occasionali, e i compensi a collaboratori anche a progetto non superiori a 20.000€.
Ma non finisce qui. Oltre a questi requisiti di carattere quantitativo bisogna tener conto di altre situazioni soggettive.
Non possono infatti accedere al regime forfettario:
Coloro che adottano regimi speciali ai fini IVA o regimi forfettari di determinazione del reddito come per esempio le edicole, i rivenditori di beni usati e i venditori a domicilio.
I soggetti non residenti in Italia.
I soggetti che partecipano contemporaneamente all'esercizio della loro attività in società di persone, associazioni professionali o imprese familiari.
I soggetti che controllano s.r.l. o associazioni in partecipazione che esercitano attività riconducibili a quella svolta individualmente
Le persone fisiche che esercitano l'attività prevalentemente nei confronti del datore di lavoro con il quale è in corso un rapporto di lavoro o con il quale sono intercorsi rapporti di lavoro nei due anni precedenti.
I soggetti che nell'anno precedente hanno percepito redditi da lavoro dipendente o da pensione superiori a 30.000€.
COME FUNZIONA IL REGIME FORFETTARIO.
Se hai tutti i requisiti per accedere al regime forfettario puoi iniziare a domandarti se effettivamente fa al caso tuo.
Con il regime forfettario, il reddito imponibile, ovvero il reddito su cui pagherai le tasse, si calcola applicando al totale dei ricavi un coefficiente di redditività in base all'attività esercitata.
Facciamo un esempio pratico.
Tipo di attività: Attività professionali
Coefficiente di redditività: 78%
Totale di compensi annui: € 50.000,00
L'imposta sostitutiva, ovvero l’imposta da versare che sostituisce l’imposta IRPEF della partita IVA a regime ordinario, si calcolerà su un imponibile di €50.000,00 x 78%, che equivale a € 39.000,00
Da questo imponibile verranno poi sottratti i contributi INPS (versamenti obbligatori per maturare la pensione) versati.
Solo infine si va a calcolare un'imposta del:
5% nel caso in cui si tratti di un soggetto che nei tre anni precedenti non ha esercitato attività d'impresa, arte o professione e non si tratti comunque di mera prosecuzione di un'attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o lavoro autonomo occasionale. In parole povere, tutti i casi di primo lavoro o situazioni in cui il nuovo progetto di business si distacca dalle attività svolte negli ultimi tre anni come lavoratore dipendente o autonomo.
15% in tutti gli altri casi.
L’imposta si calcola attraverso la Dichiarazione dei Redditi e deve essere versata solitamente entro il 30 Giugno dell’anno successivo, salvo proroghe.
BENEFICI E SVANTAGGI DEL REGIME FORFETTARIO.
Nella maggior parte dei casi il regime forfettario è un regime vantaggioso:
Le aliquote applicate sono favorevoli rispetto all'aliquota minima applicata per il pagamento dell'IRPEF che è pari al 23%. L’aliquota IRPEF è l’aliquota che devono versare i possessori di partita IVA a regime ordinario.
Non si applica l’IVA sulle fatture emesse
Non si applica la ritenuta d’acconto sui compensi dei professionisti
Per il momento non si è obbligati a emettere fattura elettronica.
Prima di decidere però, bisogna tener conto di alcuni dettagli:
Con il regime forfettario non è possibile portare in detrazione tutte le spese che si possono detrarre dal versamento dell'IRPEF come le spese sanitarie, le spese universitarie, gli interessi sul mutuo della casa, le ristrutturazioni e le riqualificazioni energetiche. Quindi, se hai ingenti spese da detrarre questa potrebbe non essere la scelta migliore. Per questo motivo è importante fornire al tuo consulente un piano generale della tua situazione. Solo facendo i calcoli giusti puoi verificare se ti convenga o meno scegliere il regime forfettario.
Con l'applicazione del coefficiente di redditività viene riconosciuta una certa percentuale di costi relativi alla tua attività. Immaginiamo, per esempio, che nel tuo caso di regime forfettario i costi vengano considerati come il 28% dei ricavi. Nel regime forfettario i costi non vengono documentati con fatture. Viene preso solo in considerazione il coefficiente prestabilito, in questo caso il 28%. Quando valuti la convenienza del regime forfettario è importante capire se i tuoi costi aziendali saranno superiori al coefficiente prestabilito oppure no. Nel caso in cui i costi siano superiori al 28% dei ricavi potrebbe essere conveniente optare per la contabilità semplificata. La contabilità semplificata prevede di documentare con fattura tutte le spese e di calcolare le imposte sulla differenza tra ricavi e costi, quindi senza utilizzare il coefficiente prestabilito.
Articolo realizzato per il blog di Arianna Testi https://www.ariannatesti.com/blog/2020/9/15/forme-fiscali-e-regime-forfettario-quello-che-devi-sapere-per-fare-il-primo-passo?rq=metodo%20contabile
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